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La strategia di gara e le ambizioni da Hypercar di Jamie Chadwick, la pilota di Genesis Magma Racing Trajectory

Data di rilascio: 12 giu 2025   |   Le Mans, Francia
 l j c g m r

Le Mans, Francia, giovedì 12 giugno – La tre volte campionessa di W Series e l'unica donna a vincere una competizione della serie motoristica Indy NXT, Jamie Chadwick è la pilota di Genesis Magma Racing Trajectory che non ha soltanto infranto il soffitto di cristallo, ma che ha fornito anche una nuova definizione del significato di campione in un ambiente estremamente competitivo.

Il programma Trajectory di Genesis Magma Racing sostiene lo sviluppo dei piloti ponendosi l'obiettivo di promuoverli nel team delle hypercar di Genesis Magma Racing in occasione dell'edizione 2026 del Campionato del mondo endurance (WEC) FIA.

Dopo un avvio di stagione esaltante, in cui si è aggiudicata una vittoria nella categoria LMP2 con i compagni di squadra al circuito di Barcellona – Catalogna ad aprile e ha vinto anche l'edizione di European Le Mans Series (ELMS) al Circuito Paul Ricard a maggio, Jamie Chadwick è pronta a lasciare un segno indelebile in pista e a spingersi oltre ispirando una nuova generazione di piloti da corsa a livello globale.

Chadwick ha dedicato un po' di tempo della sua fitta agenda per parlare con Genesis Newsroom a proposito del suo percorso con Genesis Magma Racing mettendo in primo piano lo spirito innovativo, la tecnologia all'avanguardia e le dinamiche delle collaborazioni all'interno del team che hanno ulteriormente alimentato la sua passione e la sua ambizione per gli sport motoristici.

Quali sono state le sue prime impressioni del team Genesis Magma Racing e quali aspetti del team e della tecnologia l'hanno portata a partecipare al programma Trajectory?

Ho subito avuto l'impressione che si trattasse di un programma incredibile e, ovviamente, mi sarebbe piaciuto farne parte. Le hypercar diventano sempre di più una delle forme più competitive degli sport motoristici. Quindi, l'allineamento e l'ingresso del marchio Genesis e il lancio del programma Trajectory sono stati momenti incredibilmente entusiasmanti. I membri del team coinvolti, in particolare quelli del Campionato del mondo di rally, offrono un'enorme esperienza. E questo è davvero l'aspetto entusiasmante. E poi, dal punto di vista tecnologico, secondo me, lo stiamo vedendo con la tecnologia delle Hypercar, i motori ibridi, e poi ovviamente i test in alcune delle gare più difficili al mondo, come le 24 Ore di Le Mans. È una realtà davvero coinvolgente.

Avete ottenuto un posto in prima fila sin dall'inizio. Quali sono gli aspetti più entusiasmanti di far parte di questo percorso?

Secondo me, la parte più entusiasmante è la "traiettoria" potenziale, per usare il nome del programma di cui faccio parte, ed ovviamente l'Hypercar è il traguardo finale della mia carriera. È la categoria più alta delle competizioni di endurance, un livello che vorrei raggiungere, ma che in questo momento è estremamente competitivo. Quindi, credo che l'aspetto che mi appassiona è vedere questo percorso e far parte di una squadra che, secondo me, ha un grandissimo successo nel Campionato del mondo endurance (WEC) FIA. È fantastico far parte di tutto questo. Ed è mitico osservarlo sin dall'inizio, cioè dalla sua nascita.

Era a Dubai per la presentazione di Genesis Magma Racing a dicembre dell'anno scorso. Come ha vissuto quel momento, a fianco dell'auto che sta ridefinendo la sua carriera e il marchio automobilistico?

È molto emozionante. Per me, è sempre molto bello vedere i produttori di autovetture stradali che accedono al nostro sport e alle competizioni di endurance. Ma è anche vero che, quando si prendono in considerazione le persone coinvolte nel progetto dell'Hypercar GMR-001 (figure del calibro di Andre Lotterer, Cyril, Pipo, Jacky Ickx), è incredibilmente emozionante far parte di questo marchio. Secondo me, è una prova che saranno una forza quando parteciperanno al WEC.

Lei e il team, come sfruttate i dati telemetrici e le analisi per ridefinire o perfezionare le tecniche di guida e le strategie di gara nel corso di un weekend di gara?

Per noi è estremamente importante utilizzare i dati e le tecnologie disponibili. È istantaneo. Possiamo sfruttarli immediatamente per cambiare gli approcci, migliorare, vedere cosa è meglio e cosa è peggio. È una parte importante del nostro sport. Ma è anche uno dei motivi per cui amo questo sport: ottenere un feedback immediato, soprattutto perché lavoro con tanti esperti all'interno della nostra squadra. È di grandissimo aiuto per noi, soprattutto dal punto di vista della strategia. Riuscire a prendere decisioni velocemente con le informazioni che voi e gli ingegneri avete a disposizione ci ha sicuramente favorito con i risultati che abbiamo raggiunto. E poi, dal punto di vista della guida, è possibile vedere esattamente dove migliorare. Insieme agli membri esperti della squadra a mia disposizione, tutto questo ci consente di migliorare in modo rapido.

Quest'anno di formazione ha già prodotto risultati importanti per il team. Come descriverebbe lo sforzo di gruppo alla base di queste performance e qual è stata la chiave di questo successo?

Finora, quest'anno, abbiamo ottenuto molto più successo di quanto non pensassimo all'inizio. Abbiamo aperto la stagione proprio con la voglia di imparare il più possibile. Ci eravamo prefissati di arrivare tra i primi cinque. Ma la vittoria della LMP2 alle due gare d'apertura del campionato di European Le Mans Series (ELMS) ha decisamente superato le nostre aspettative. Secondo me, la nostra grande squadra è stata alla base di questo successo. Credo che abbiamo lavorato molto bene, soprattutto dal punto di vista della strategia. Non abbiamo fatto grossi errori e siamo riusciti a recuperare gli altri e a tirare fuori il meglio dagli altri, in questo senso, in due gare difficili che non erano facili da gestire. Beh, sì, per me, il lavoro di squadra ha avuto un ruolo fondamentale. Anche nelle ultime gare avevamo una macchina davvero affidabile e valida. Quindi, incrociamo le dita per mantenere questo slancio anche per il futuro.

Che cosa desidera realizzare più di tutto a lungo termine?

A lungo termine, il mio obiettivo finale è passare alle Hypercar e gareggiare ai massimi livelli nelle competizioni di endurance. A breve termine, ovviamente, voglio cercare di vincere altre gare nel campionato ELMS e, con Le Mans alle porte, il mio obiettivo è ovviamente partecipare e ottenere il miglior risultato possibile nella nostra prima 24 Ore di Le Mans.

Il passaggio dalle altre serie al programma di Genesis Magma Racing pone delle sfide uniche. Ci può parlare di come si è adattata e di quali sono le lezioni che ha imparato fino ad oggi?

La lezione più grande che ho imparato, secondo me, è tentare di adattarsi il più possibile. L'auto, ogni volta che si sale, è leggermente diversa. Bisogna adattarsi sempre a quel che c'è a disposizione, alle diverse condizioni, alle varie circostanze che si presentano in gara. Quindi, l'adattamento è la lezione più importante. E poi, ovviamente, per le competizioni di endurance, si tratta di gare lunghe. Quindi non si fa o si vince tutto nel proprio stint. Spesso si cerca solo di fare del proprio meglio in quell'istante, di sfruttare al massimo la strategia a disposizione e di dare alla macchina l'opportunità di tagliare il traguardo è la cosa più importante. E come mi sento principalmente per essermi adattata è grazie ad un'ottima squadra dotata di grandissima esperienza, che mi ha permesso di imparare in fretta. Il team IDEC Sport dispone di un'enorme esperienza in questa categoria. Secondo me, riuscire a contare su di loro e sul loro supporto è stato di grande aiuto.

Qual è la lezione più difficile che ha imparato negli sport motoristici?

Per me, non importa il livello che si raggiunge. Bisogna sempre lavorare sodo e continuare sempre ad imparare. Negli sport motoristici, non credo che sia sempre tutto rose e fiori. Le giornate buone sono sempre positive. Ma coniugare questi momenti non è sempre facile. Ci sono tantissime variabili nel nostro sport e ci vuole tantissimo per combinare tutto. Quindi, sì, ci sono molte più giornatacce che belle giornate. Ma è necessario essere sempre motivati e affamati, anche in quei giorni, e lavorare sodo per i momenti in cui le cose vanno di nuovo per il verso giusto.

Dopo le recenti vittorie al Barcellona – Catalogna e al Paul Ricard, in che modo questi successi hanno influenzato la sua fiducia e la sua mentalità per il resto della stagione?

Secondo me, hanno cambiato gli obiettivi che ci eravamo posti. Per me, all'inizio della stagione volevamo davvero imparare il più possibile, ma non ci siamo posti obiettivi per i risultati. Oggi penso che le ultime vittorie ci hanno dato un po' più di concentrazione per il resto della stagione, in particolare per quanto riguarda il campionato. E secondo me, dal punto di vista della sicurezza, ci rendiamo conto di avere due gare all'attivo. Sappiamo cosa siamo riusciti ad ottenere come squadra e come gruppo. Quindi, trasferire questi istanti nel resto dell'anno essendo consapevoli delle nostre capacità, per me, è molto positivo e ci ha dato un obiettivo leggermente più alto per il resto della stagione.

Di solito, come si prepara per la gara, sia in pista che fuori? Ha delle routine personali o dei rituali che le permettono di rimanere con i piedi per terra?

Cerco di non stabilire troppi rituali o routine. Ma, per me, gran parte della mia preparazione fuori dalla pista è fisica. Sì, ovviamente, essendo appena arrivata alle gare di endurance, i lunghi stint in auto e la fisicità sono aspetti su cui lavoro sodo. E poi, la preparazione con il team presso IDEC Sport, la preparazione al simulatore per cercare di capire al meglio il weekend di gara prima di affrontarlo, in particolare per un evento come Le Mans, sono una parte importante.

Ha partecipato alla telecronaca della Formula Uno. Questa esperienza ha cambiato la sua visione delle gare o ha influito sul suo approccio da pilota?

Ora mi sembra di avere una visione diversa delle cose dopo averle osservate dall'altra parte del microfono o della telecamera. Penso anche che la F1 è ormai a un livello così alto che noi tutti possiamo imparare tantissimo. Riuscire a vedere da vicino e analizzare moltissime situazioni diverse, dal punto di vista tecnico e da quello della guida, dà l'impressione di imparare ogni giorno. Infatti, mi ha dato un nuovo punto di vista. È un'esperienza che mi piace. Adoro far parte del Gran Premio di Formula Uno. Quindi, direi di sì, ha sicuramente influenzato il mio approccio da pilota.

Essendo una donna di successo in uno sport tradizionalmente dominato dagli uomini, quali sono i punti di forza unici che mette in pista e quale messaggio desidera trasmettere alle aspiranti donne pilota?

Direi che non penso troppo al fatto di essere una donna in pista quando gareggio a titolo personale. Voglio solo fare del mio meglio. Ma allo stesso tempo, pendo di essere orgogliosa di tentare di fare tutto il possibile per la prossima generazione di donne pilota. Secondo me, questo sport sta cambiando in modo profondo. E soprattutto nelle gare di endurance, stiamo assistendo a un enorme spostamento di talenti femminili. Ci sono tantissime grandi opportunità per le donne nel nostro sport. Mi sembra che solo in ELMS abbiamo visto cinque donne sul gradino più alto del podio, il che è incredibile. Quindi, il mio messaggio alle giovani aspiranti donne pilota è non lasciarsi scoraggiare da nulla, ma di continuare a provarci.

Può raccontarci il suo ricordo preferito con Genesis Magma Racing fino ad oggi?

Direi che il mio ricordo preferito è certamente la prima vittoria a Barcellona, soprattutto perché non ce l'aspettavamo. Ma è stato un weekend speciale per tutto il nostro team: la prima gara ufficiale di Genesis Magma Racing e la prima vittoria. Tra l'altro, è stato molto speciale perché a condividere quel momento c'erano molti dei membri del team, che erano stati coinvolti sin dall'inizio.

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